Messina, Cortile Teatro Festival: arriva “Colapesce” di Ignazio Buttitta e Filippo Luna

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La leggenda dell’eroe che sostiene la colonna di Capo Peloro andrà in scena nella Tenuta Rasocolmo (ore 18). Con Luna recitano Manuela Ventura, Alessandra Fazzino, Rita Abela e Virginia Maiorana. Nell’Area Iris (21,30) è in programma invece lo spettacolo, in prima regionale, che era stato rinviato per maltempo, interpretato da Margherita Smedile, Vincenzo Tripodo e Francesco Gallelli

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Quella di Colapesce è la leggenda messinese per eccellenza. Scritta nel 1985 da Ignazio Buttitta con i suoi splendidi versi in siciliano, adattata e diretta adesso da Filippo Luna, va in scena per il Cortile Teatro Festival con il titolo “Colapesce – dedicato a Buttitta”. Dopo Segesta e Tindari, domani 30 agosto (Tenuta Rasocolmo, ore 18, nella sezione Promontorio Nord) sarà la sua Messina ad accogliere la storia dell’eroe che sott’acqua sostiene la colonna di Capo Peloro per evitare il crollo della Sicilia. Prodotto da Nutrimenti Terrestri, lo spettacolo è interpretato da Filippo Luna (che al Cortile Teatro Festival ha già ottenuto il mese scorso uno strepitoso successo personale con “Le mille bolle blu”), Manuela Ventura (nel ruolo di Colapesce), Alessandra Fazzino, Rita Abela e Virginia Maiorana. «In questo adattamento – scrive Luna nelle note di regia -, ho cercato di mantenere intatte le scene che, avanzando per quadri, compongono la storia e i suoi sviluppi, rinunciando alle parti corali affidate a una moltitudine di personaggi, presenti nel testo originale. Resta, però, intatta la parola del poeta e i canti affidati al gruppo folkloristico si tramutano in stasimi di un coro, per sottolineare momenti drammaturgici e di senso nella poetica di Buttitta. Ho voluto rendere più presenti le relazioni tra i personaggi, il rapporto tra Cola e la madre, l’esercizio del potere da parte del Re, lo straziante addio tra Cola e la sua Ninfa. “Colapesce – dedicato a Buttitta” è una favola dai profondi contenuti, immensamente eterna e senza connotazione temporale. Abbiamo anche trovato ispirazione nella danza – Alessandra Fazzino, già nel cast, ha sviluppato il lavoro corporeo con gli attori – e nella musica – Virginia Maiorana ha composto le musiche che sono eseguite dal vivo. Ma sopra tutto rimane la lingua. E le parole di Ignazio Buttitta nel loro incedere epico e drammatico, con la loro capacità di entrare nelle nostre viscere e riportare fuori quel senso di appartenenza che spesso dimentichiamo. Facciamo teatro perché l’emozione resti viva».

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Giovedì 1 settembre andrà in scena (Area Iris, ore 21,30) la prima regionale di “Semper Fidelis”, già rinviata per il maltempo, lavoro scritto e diretto da Saverio Tavano, messinese che negli ultimi anni lavora molto in Calabria, autore di collaudato successo. Il suo “Patres” ha raccolto una messe di premi nazionali ed è diventato un cortometraggio, sempre diretto da Tavano, anche questo molto premiato (e non è il solo, adesso tocca a “U figghiu”). “Semper Fidelis” è prodotto dalla Compagnia Teatro del Carro, ed è interpretato dai messinesi Margherita Smedile e Vincenzo Tripodo e dal calabrese Francesco Gallelli.

Così Tavano presenta il suo testo: «In un paese qualsiasi in una città qualsiasi una famiglia qualsiasi vive in una casa con vista mare. Un padre, una madre, un figlio, qualsiasi. Come voyeur siamo testimoni del vissuto personale di una famiglia che affronta il momento più importante della sua esistenza: si regolano i conti con il passato e la memoria, come in un vaso di Pandora, libera i fantasmi che fino a quel momento erano rimasti nascosti. Come accade nelle migliori famiglie, c’è sempre un elemento oscuro che con ipocrita omertà rimane indiscusso. Abbiamo analizzato le dinamiche psicologiche che pongono l’uomo nella condizione di elemento “sacrificante” nella posizione quindi auto indotta di “agnello sacrificale” e la posizione del suo torturatore, di aguzzino. Esiste una relazione tra i due elementi che fonda le proprie origini nell’antichità, dalla ritualità umana. Secondo vari teorici, questo comportamento si radicalizza negli anni di attività e carriera, ove, avendo a che fare con elementi disagiati e deviati, forzatura della legge, casi di violenza e omicidio molto sensibili, la mente degli addetti all’ordine subisce una regressione assumendo posizioni di carattere autoritario e repressivo giustificate come unico mezzo di mantenimento della legge».

Il Cortile Teatro Festival, nasce da un’idea di Roberto Zorn Bonaventura, direttore artistico, e Giuseppe Giamboi. Il Castello di Sancio Panza organizza il Festival con la collaborazione di Umberto Parlagreco, Francesco Reitano, del ristorante ‘A Cucchiara, di Nutrimenti Terrestri, della Multisala Iris, del Lido Horcynus Orca, della Tenuta Rasocolmo e con il sostegno di Latitudini, rete di drammaturgia siciliana, e di Caronte-Tourist. Il Festival aderisce ad Arcipelago, la rete di Festival Siciliani.

Nella foto, Manuela Ventura

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